22 gennaio 2011
Con la FIOM-CGIL
L’avanzata della FIOM, nell’angolo CISL e UIL
Se c’è una dichiarazione bugiarda è quella di Angeletti: il leader della UIL proclama: “Ha vinto il lavoro”. Almeno Marchionne si esercita ancora un po’ in una astiosa polemica sugli ideologismi che renderebbero il sindacato vecchio e desueto e fa il suo mestiere di servitore del padrone. Ma quella di Angeletti è proprio una affermazione che viene contraddetta tanto dalla vittoria di misura del “sì” (appena 400 schede su 5.230 voti validi, pari al 94,4% degli aventi diritto al voto a Mirafiori), ma pure dall’ottima affermazione del “no”.
Sono tutti i reparti operai ad avere in massa disobbedito alle indicazioni dei loro sindacati, quelli supini sul tappeto degli Elkann e degli Agnelli e alle parole dell’amministratore delegato. A far vincere il “sì” sono stati, dunque, i voti dei colletti bianchi. Lavoratori, certo. Ma non operai. Lavoratori che sono legati alla struttura aziendale e che hanno un trattamento differente rispetto alla manovalanza che siamo abituati a conoscere in una fotografia di qualunque catena di montaggio.
Ed è proprio in questi reparti, dal montaggio alla verniciatura, e così via…, che si fa sentire il disaccordo verso una politica della FIAT che sarà distruttiva dei diritti fondamentali dei lavoratori e del sindacato. Il voto di Mirafiori ci consegna quindi una grande e grave responsabilità: mettere in campo ogni azione concreta per dare forza a quella parte sana del sindacato che oggi si stringe attorno alla FIOM e che sa di avere in lei una avanguardia non facilmente scalzabile e che sta accrescendo i propri consensi in questi giorni proprio a Mirafiori.
Bonanni e Angeletti, dunque, perdono sonoramente e possono urlare solo come le oche de Campidoglio, o lamentarsi come la lupa, ma non sono i lavoratori bensì questi sindacati che oggi non meritano altro se non la pietà di chi ha votato “NO” e ha fatto veramente una scelta di grandissimo coraggio e di grande solidarietà sociale.
Davanti al ricatto di Marchionne, con intorno un Paese spaccato, con un governo pronto a pugnalarli alle spalle, con un PD difensore delle scelte padronali e con una opposizione comunista purtroppo ancora troppo debole, i lavoratori hanno saputo resistere e insistere e hanno dato una lezione di alta politica sindacale, una lectio magistralis di educazione civica a noi tutti, e in primis al padronato arrogante, saccente e presuntuosamente rivolto all’estero con uno sguardo da Giano Bifronte.
Oggi la FIOM è più forte, è sicura di poter stare dentro quella grande fabbrica anche se non sarà ammessa – incostituzionalmente – ai tavoli di trattativa e di dialogo con la controparte padronale. Ed è sicura, certamente, di poter stare davanti ai cancelli della FIAT con un consenso operaio molto più ampio di quello che aveva poche giornate or sono.
Questo è ciò che oggi conta, perché – lo si può dire a ben donde – il contatto può ancora saltare e sarebbe veramente un bene che facesse una piroetta devastante e si sfracellasse al suolo, moderno Icaro, cosciente di ciò che è e di ciò che porta con sé: l’introduzione di un neoschiavismo dove è impedito l’accesso a qualunque diritto singolo e collettivo che è e dovrebbere restare protetto proprio dalla Costituzione e da decenni e decenni di legislazione a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
Non è per niente il momento di ritirarsi a casa. Lo hanno fatto già in troppi, e con troppe scuse, cedendo al passo di moda per cui è meglio attendere tempi meno cruenti, più agevoli sia per i comunisti che per la sinistra in generale. Aspettare questo tempo altro non significa che provare a fare dell’attendismo una pratica di politica quotidiana, tradendo tutti i princìpi per cui proprio gli operai e le operaie della FIOM e dei COBAS hanno lottato in queste settimane.
La loro lotta resta e diventa un esempio per tutte le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese. La loro lotta resta e diventa una controriforma costituzionale al ricatto incostituzionale di Marchionne.
La loro lotta è destinata a vincere. Non oggi, a numeri definitivi. Forse nemmeno domani. Ma c’è spazio per la ricostruzione di un sindacato di classe, e noi comunisti non possiamo eludere questo tema, ne dobbiamo discutere, dobbiamo approfondire le ragioni dell’estensione del dissenso oltre il 22% dei voti raccolti dalla FIOM nelle passate elezioni di fabbrica.
Forse una breccia dei diritti esiste ancora. Forse esiste ancora anche una breccia di solidarietà reciproca e di non abbandono di una via di cambiamento. Ecco, su questo costruiamo la nostra opposizione sociale e politica, su questo diciamo, una volta e per tutte, al PD che ha finito di giocare all’amico di tutti. Perché, come diceva Aristotele: “L’amico di tutti, non è un amico”.
Se c’è una dichiarazione bugiarda è quella di Angeletti: il leader della UIL proclama: “Ha vinto il lavoro”. Almeno Marchionne si esercita ancora un po’ in una astiosa polemica sugli ideologismi che renderebbero il sindacato vecchio e desueto e fa il suo mestiere di servitore del padrone. Ma quella di Angeletti è proprio una affermazione che viene contraddetta tanto dalla vittoria di misura del “sì” (appena 400 schede su 5.230 voti validi, pari al 94,4% degli aventi diritto al voto a Mirafiori), ma pure dall’ottima affermazione del “no”.
Sono tutti i reparti operai ad avere in massa disobbedito alle indicazioni dei loro sindacati, quelli supini sul tappeto degli Elkann e degli Agnelli e alle parole dell’amministratore delegato. A far vincere il “sì” sono stati, dunque, i voti dei colletti bianchi. Lavoratori, certo. Ma non operai. Lavoratori che sono legati alla struttura aziendale e che hanno un trattamento differente rispetto alla manovalanza che siamo abituati a conoscere in una fotografia di qualunque catena di montaggio.
Ed è proprio in questi reparti, dal montaggio alla verniciatura, e così via…, che si fa sentire il disaccordo verso una politica della FIAT che sarà distruttiva dei diritti fondamentali dei lavoratori e del sindacato. Il voto di Mirafiori ci consegna quindi una grande e grave responsabilità: mettere in campo ogni azione concreta per dare forza a quella parte sana del sindacato che oggi si stringe attorno alla FIOM e che sa di avere in lei una avanguardia non facilmente scalzabile e che sta accrescendo i propri consensi in questi giorni proprio a Mirafiori.
Bonanni e Angeletti, dunque, perdono sonoramente e possono urlare solo come le oche de Campidoglio, o lamentarsi come la lupa, ma non sono i lavoratori bensì questi sindacati che oggi non meritano altro se non la pietà di chi ha votato “NO” e ha fatto veramente una scelta di grandissimo coraggio e di grande solidarietà sociale.
Davanti al ricatto di Marchionne, con intorno un Paese spaccato, con un governo pronto a pugnalarli alle spalle, con un PD difensore delle scelte padronali e con una opposizione comunista purtroppo ancora troppo debole, i lavoratori hanno saputo resistere e insistere e hanno dato una lezione di alta politica sindacale, una lectio magistralis di educazione civica a noi tutti, e in primis al padronato arrogante, saccente e presuntuosamente rivolto all’estero con uno sguardo da Giano Bifronte.
Oggi la FIOM è più forte, è sicura di poter stare dentro quella grande fabbrica anche se non sarà ammessa – incostituzionalmente – ai tavoli di trattativa e di dialogo con la controparte padronale. Ed è sicura, certamente, di poter stare davanti ai cancelli della FIAT con un consenso operaio molto più ampio di quello che aveva poche giornate or sono.
Questo è ciò che oggi conta, perché – lo si può dire a ben donde – il contatto può ancora saltare e sarebbe veramente un bene che facesse una piroetta devastante e si sfracellasse al suolo, moderno Icaro, cosciente di ciò che è e di ciò che porta con sé: l’introduzione di un neoschiavismo dove è impedito l’accesso a qualunque diritto singolo e collettivo che è e dovrebbere restare protetto proprio dalla Costituzione e da decenni e decenni di legislazione a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
Non è per niente il momento di ritirarsi a casa. Lo hanno fatto già in troppi, e con troppe scuse, cedendo al passo di moda per cui è meglio attendere tempi meno cruenti, più agevoli sia per i comunisti che per la sinistra in generale. Aspettare questo tempo altro non significa che provare a fare dell’attendismo una pratica di politica quotidiana, tradendo tutti i princìpi per cui proprio gli operai e le operaie della FIOM e dei COBAS hanno lottato in queste settimane.
La loro lotta resta e diventa un esempio per tutte le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese. La loro lotta resta e diventa una controriforma costituzionale al ricatto incostituzionale di Marchionne.
La loro lotta è destinata a vincere. Non oggi, a numeri definitivi. Forse nemmeno domani. Ma c’è spazio per la ricostruzione di un sindacato di classe, e noi comunisti non possiamo eludere questo tema, ne dobbiamo discutere, dobbiamo approfondire le ragioni dell’estensione del dissenso oltre il 22% dei voti raccolti dalla FIOM nelle passate elezioni di fabbrica.
Forse una breccia dei diritti esiste ancora. Forse esiste ancora anche una breccia di solidarietà reciproca e di non abbandono di una via di cambiamento. Ecco, su questo costruiamo la nostra opposizione sociale e politica, su questo diciamo, una volta e per tutte, al PD che ha finito di giocare all’amico di tutti. Perché, come diceva Aristotele: “L’amico di tutti, non è un amico”.
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COMUNICATI STAMPA
ORDINE DEL GIORNO IN APPOGGIO ALLA FIOM
Comune Di Bibbiano
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI
GRUPPO CONSILIARE
(FEDERAZIONE DELLA SINISTRA)
Alla c.a. del
Signor Sindaco
del
Comune di Bibbiano
OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO
ORDINE DEL GIORNO IN APPOGGIO ALLA FIOM
PREMESSO
che il 23 Dicembre 2010 è stato firmato un accordo separato tra FIAT e le organizzazioni sindacali (FIM-CISL, FISMIC, UILM e UGL), accordo non firmato dalla FIOM-CGIL, per lo stabilimento FIAT MIRAFIORI;
che questo accordo segue quello già firmato (sempre dai medesimi soggetti sindacali e sempre con l’esclusione della sola FIOM-CGIL) per l’altro stabilimento FIAT di POMIGLIANO, accordo che tutti (eccetto la FIOM-CGIL e pochi altri) reputavano “eccezionale” e “non ripetibile” in altre realtà;
che tali accordi prevedono il superamento del contratto collettivo nazionale, sostituito da un regolamento aziendale, attraverso la creazione di New-co;
che questi accordi prevedono il peggioramento, rispetto al contratto collettivo nazionale, delle condizioni di lavoro delle operaie e degli operai: per i ritmi, il taglio delle pause, il lavoro notturno, gli straordinari comandati senza contrattazione.
che a Mirafiori si cancella il diritto a contrattare, e persino a essere rappresentato, al sindacato che non firma l'accordo (cioè la FIOM-CGIL);
che in base all’accordo separato le organizzazioni sindacali che dissentono non avranno più alcuna agibilità, dai permessi sindacali al diritto di assemblea, alla trattenuta per l'iscrizione al sindacato;
che, sempre in base all’accordo separato, i singoli lavoratori o le organizzazioni sindacali che protestano, dal 2012, potranno essere soggetti a provvedimenti punitivi;
che nei fatti, per queste New-co, si cancella l’accordo del 1993 sulle rappresentanze sindacali;
CONSIDERATO
che in data 28/12/2009 questo Consiglio Comunale ha votato e approvato un ODG “in appoggio alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia e la rappresentanza sindacale”, legge che conferisce alle lavoratrici e ai lavoratori in ogni impresa il diritto a eleggere con un sistema proporzionale puro una propria RSU con diritto alla contrattazione collettiva nel luogo di lavoro, e che invece ora con questo accordo separato il diritto di rappresentanza verrà concesso dall'azienda indipendentemente dal livello di rappresentanza del sindacato;
che la FIAT con queste operazioni punta a recuperare margini di profitto ridimensionando i diritti individuali e collettivi e aumentando lo sfruttamento, tralasciando quel che l'azienda produce;
che tale operazione è apertamente sostenuta dal governo, che attraverso il ministro Sacconi ha dichiarato: «L'intesa può fare scuola, soprattutto nel dire che non esiste una tara unica nei rapporti sindacali e che all'interno di cornici leggere, l'azienda è destinata ad essere il luogo nel quale si stabiliscono accordi che devono consentire alle parti di condividere fatiche e risultati»;
che tutto questo si configura come un piano concreto che ridisegna in senso autoritario l'assetto democratico e sociale del paese, destinando ai sindacati e ai lavoratori un ruolo che è in radicale contrapposizione al quadro di regole stabilite dalla Costituzione repubblicana (che tutela i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che garantisce la libertà di associazione sindacale e che - in generale - basa la democrazia su un bilanciamento tra i poteri), sostituendovi un modello dove l'unica sovranità riconosciuta(anche quella su, diritti e doveri dei lavoratori) è quella dell'azienda
TUTTO QUESTO PREMESSO E CONSIDERATO, IL CONSIGLIO COMUNALE DI BIBBIAN0 ESPRIME LA PIU’ PROFONDA PREOCCUPAZIONE PER LA SITUAZIONE DI SCONTRO, CREATASI A LIVELLO NAZIONALE IN UN MOMENTO COSI’ GRAVE PER IL MONDO DEL LAVORO.
Condividendo quanto sopra, esprime tutta la propria solidarietà, vicinanza e appoggio alla FIOM-CGIL, MA AUSPICA ALLO STESSO TEMPO UNA RIPRESA DEL CONFRONTO TRA LE PARTI AL PIU’ PRESTO SUL CONTRATTO NAZIONALE AL DI LA’ DELL’ESITO DEL REFERENDUM PER GLI STABILIMENTI FIAT.
IMPEGNA IL SINDACO
a comunicare il presente ordine del giorno alla FIOM-CGIL di Reggio Emilia e alle altre organizzazioni sindacali nazionali e di categoria presenti nel territorio provinciale;
a comunicare il presente ordine del giorno alle sedi provinciali di Confindustria.
Bibbiano 10/01/2011
ZAMBONI IVO
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI
GRUPPO CONSILIARE
(FEDERAZIONE DELLA SINISTRA)
Alla c.a. del
Signor Sindaco
del
Comune di Bibbiano
OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO
ORDINE DEL GIORNO IN APPOGGIO ALLA FIOM
PREMESSO
che il 23 Dicembre 2010 è stato firmato un accordo separato tra FIAT e le organizzazioni sindacali (FIM-CISL, FISMIC, UILM e UGL), accordo non firmato dalla FIOM-CGIL, per lo stabilimento FIAT MIRAFIORI;
che questo accordo segue quello già firmato (sempre dai medesimi soggetti sindacali e sempre con l’esclusione della sola FIOM-CGIL) per l’altro stabilimento FIAT di POMIGLIANO, accordo che tutti (eccetto la FIOM-CGIL e pochi altri) reputavano “eccezionale” e “non ripetibile” in altre realtà;
che tali accordi prevedono il superamento del contratto collettivo nazionale, sostituito da un regolamento aziendale, attraverso la creazione di New-co;
che questi accordi prevedono il peggioramento, rispetto al contratto collettivo nazionale, delle condizioni di lavoro delle operaie e degli operai: per i ritmi, il taglio delle pause, il lavoro notturno, gli straordinari comandati senza contrattazione.
che a Mirafiori si cancella il diritto a contrattare, e persino a essere rappresentato, al sindacato che non firma l'accordo (cioè la FIOM-CGIL);
che in base all’accordo separato le organizzazioni sindacali che dissentono non avranno più alcuna agibilità, dai permessi sindacali al diritto di assemblea, alla trattenuta per l'iscrizione al sindacato;
che, sempre in base all’accordo separato, i singoli lavoratori o le organizzazioni sindacali che protestano, dal 2012, potranno essere soggetti a provvedimenti punitivi;
che nei fatti, per queste New-co, si cancella l’accordo del 1993 sulle rappresentanze sindacali;
CONSIDERATO
che in data 28/12/2009 questo Consiglio Comunale ha votato e approvato un ODG “in appoggio alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia e la rappresentanza sindacale”, legge che conferisce alle lavoratrici e ai lavoratori in ogni impresa il diritto a eleggere con un sistema proporzionale puro una propria RSU con diritto alla contrattazione collettiva nel luogo di lavoro, e che invece ora con questo accordo separato il diritto di rappresentanza verrà concesso dall'azienda indipendentemente dal livello di rappresentanza del sindacato;
che la FIAT con queste operazioni punta a recuperare margini di profitto ridimensionando i diritti individuali e collettivi e aumentando lo sfruttamento, tralasciando quel che l'azienda produce;
che tale operazione è apertamente sostenuta dal governo, che attraverso il ministro Sacconi ha dichiarato: «L'intesa può fare scuola, soprattutto nel dire che non esiste una tara unica nei rapporti sindacali e che all'interno di cornici leggere, l'azienda è destinata ad essere il luogo nel quale si stabiliscono accordi che devono consentire alle parti di condividere fatiche e risultati»;
che tutto questo si configura come un piano concreto che ridisegna in senso autoritario l'assetto democratico e sociale del paese, destinando ai sindacati e ai lavoratori un ruolo che è in radicale contrapposizione al quadro di regole stabilite dalla Costituzione repubblicana (che tutela i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che garantisce la libertà di associazione sindacale e che - in generale - basa la democrazia su un bilanciamento tra i poteri), sostituendovi un modello dove l'unica sovranità riconosciuta(anche quella su, diritti e doveri dei lavoratori) è quella dell'azienda
TUTTO QUESTO PREMESSO E CONSIDERATO, IL CONSIGLIO COMUNALE DI BIBBIAN0 ESPRIME LA PIU’ PROFONDA PREOCCUPAZIONE PER LA SITUAZIONE DI SCONTRO, CREATASI A LIVELLO NAZIONALE IN UN MOMENTO COSI’ GRAVE PER IL MONDO DEL LAVORO.
Condividendo quanto sopra, esprime tutta la propria solidarietà, vicinanza e appoggio alla FIOM-CGIL, MA AUSPICA ALLO STESSO TEMPO UNA RIPRESA DEL CONFRONTO TRA LE PARTI AL PIU’ PRESTO SUL CONTRATTO NAZIONALE AL DI LA’ DELL’ESITO DEL REFERENDUM PER GLI STABILIMENTI FIAT.
IMPEGNA IL SINDACO
a comunicare il presente ordine del giorno alla FIOM-CGIL di Reggio Emilia e alle altre organizzazioni sindacali nazionali e di categoria presenti nel territorio provinciale;
a comunicare il presente ordine del giorno alle sedi provinciali di Confindustria.
Bibbiano 10/01/2011
ZAMBONI IVO
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