C’è chi parla di ‘guaglioni della camorra’, chi denuncia il rischio infiltrazioni, chi parla di criminali. A Terzigno l’Italia scopre la camorra, peccato non lo facciano giornali e istituzioni quando tornano in sella i sindaci collusi, quando sciolgono i consigli comunali per condizionamento malavitoso o quando diventa presidente di provincia un signore che, informative dei carabinieri, relazioni ministeriali, sentenza di assoluzioni hanno accertato in rapporti con boss di primo piano della camorra. Vedi alla voce Cesaro. Lo stesso che, in virtù della provincializzazione, dovrebbe gestire la partita rifiuti in provincia di Napoli. Sulla camorra nelle proteste è intervenuto qualche giorno fa il procuratore capo di Nola Paolo Mancuso che ha chiarito ‘ La camorra vuole aprire la discarica, non il contrario”. Ma invocare la parolina magica ‘camorra’, consente facilmente di cancellare il merito della questione. In un paese civile discarica( di tal quale e mai a norma) e parco nazionale del vesuvio dovrebbe essere un ossimoro, non in Italia, non in Campania. In un paese senza opposizione ( non si hanno notizie di Pd e Idv in zona) e senza ministro dell’ambiente si può questo ed altro. Il merito della questione.
Violenza e scontri avvelenano il clima e i facinorosi non servono alle sacrosante istanze dei cittadini, ma bisogna spiegare le ragioni dei cittadini di Terzigno. In quella zona, in pieno parco nazionale del Vesuvio, è stata aperta una discarica, tuttora in funzione, in barba ad ogni regola anche di buon senso( dove hanno scaricato di tutto e ci sono anche esposti alla Procura della Repubblica). L’idea di Guido Bertolaso è di aprirne un’altra, cava Vitiello, la più grande d'Europa, idea ora supportata dal sì del coordinamento campano dei parlamentari del Pdl. A distanza di qualche giorno si auto-smentiscono. Anche l’Europa ha dato ragione alla cittadinanza locale. Una commissione ad hoc del parlamento europeo nell’aprile scorso ha visitato la zona, definendo folle, un'aberrazione, immaginare una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio sito protetto dall’Unesco. Ma Bertolaso ha insistito e vinto nuovamente. A fine settembre lo stesso Silvio Berlusconi aveva rassicurato tutti: non si farà la seconda discarica. Un pronunciamento che aveva provocato l’apprezzamento dell’Europa. 'Ringrazio il premier Berlusconi che ha detto che questo sito non verrà aperto', faceva sapere la parlamentare socialdemocratica olandese Jiudith Merkies, relatrice in commissione sulla questione dei rifiuti in Campania.
Anche l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, nel luglio scorso in audizione presso la commissione parlamentare ecomafie, assicurava: «Abbiamo deciso che questa discarica si può anche non fare». E anche il consiglio provinciale, a guida centro-destra, aveva votato una mozione per evitare l’apertura del secondo sito, nel maggio scorso. Anche il Tar del Lazio ha precisato che la competenza e la decisione finale spetta all’organo provinciale e non all’ex struttura commissariale. Sul sito del parco nazionale c’è un comunicato, una sorta di epitaffio: “C’è il rischio che i rifiuti in faccia ai quali il Parco nazionale del Vesuvio aveva sbattuto la porta, entrino dalla finestra. La porta è la cava Vitiello data per non più utilizzabile come discarica; la finestra è costituita dalla minacciosa possibilità che la discarica Sari attualmente in funzione e in via di saturazione venga affiancata da una nuova cavità contigua all´attuale e sempre in area parco”. Un rischio diventato realtà. La soluzione è sempre la stessa: nuove discariche, nessun piano è stato pensato e promosso in questi due anni di annunci. Annunci e promesse ora in frantumi mentre la Campania ripiomba nell’incubo dell’emergenza . Invocano la camorra per giustificare la nuova sospensione della democrazia: manganelli ed esercito, il piatto forte di lor signori.
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