12 ottobre 2010
Gelmini-Marchionne, le due facce della stessa medaglia
C'è un denominatore comune che lega le iniziative di protesta di Roma, Palermo, Napoli, Torino e le numerose altre che si preannunciano per l'inizio dell'anno scolastico: è la consapevolezza che ad essere colpiti dalla sciagurata politica scolastica governativa non sono solo i legittimi diritti di chi, dopo anni e anni di precariato, si trova d'improvviso in mezzo ad una strada ma, soprattutto, la stessa sopravvivenza della scuola così com'è disegnata nella Costituzione.
Il governo è in grandissima difficoltà non solo per le fibrillazioni della sua maggioranza. Sul versante della scuola, infatti, a mettere in crisi i provvedimenti della coppia Gelmini-Tremonti stanno grandinando raffiche di pronunciamenti del TAR che hanno dichiarato illegittimi i decreti con i quali sono stati attuati i feroci tagli previsti dalla legge 133 di due anni fa. Anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, chiamato tardivamente a dare il proprio parere - obbligatorio anche se non vincolante - su questi provvedimenti, li ha sonoramente bocciati!
Ci sono dunque tutte le condizioni perché il nuovo anno scolastico inizi nel segno di mobilitazioni sempre più estese e generalizzate
Tutto ciò carica di maggiori responsabilità tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola della Repubblica: i lavoratori della scuola - insegnanti e ATA – chiamati a ritrovare il protagonismo delle stagioni migliori. i dirigenti scolastici, che il ministro vorrebbe docili esecutori di direttive inique ed illegittime che, invece, dovrebbero essere i primi a denunciare le condizioni di sfascio, culturale ed economico, in cui si sta gettando la scuola; gli studenti, prime vittime di un sistema pensato per negare il loro diritto alla crescita culturale e civile; le forze sindacali non subalterne al governo, che necessitano di una maggiore determinazione ed una unità d'azione.
Chiudere con la stagione del berlusconismo è possibile solo se si comprende che la scuola della Gelmini è l'altra faccia della medaglia della fabbrica di Marchionne: entrambi contro l’uguaglianza dei diritti e contro la Costituzione. È il tempo, dunque, di assumere impegni chiari, di fare propria senza ambiguità la piattaforma rivendicativa dei precari e del movimento di lotta che noi del PRC e della Federazione della Sinistra abbiamo sempre condiviso:
l ritiro dei tagli e ripristino dei finanziamenti,
l ritiro delle controriforme Gelmini,
l assunzioni dei precari su tutti i posti liberi.
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Rifondazione Comunista Bibbiano
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