Oggetto: INTERPELLANZA
Egr. signor sindaco.
Chiediamo che il Sindaco illustri al Consiglio Comunale:
lo stato dell'arte della fusioneIride-Enìa e che si apra una discussione vera sul da farsi. Nei giorni scorsi si èsaputo che Iride dovrà pagare un debito gigantesco , fino ad ora non previsto –100 milioni di euro aquanto sembrerebbe per far fronte alle nuove direttive europee sulla moratoria fiscale. Non è chealla fine saranno chiamati i cittadini, anche dei Comuni emiliani che partecipano alla fusioneattraverso Enìa, a farsi carico di questo ulteriore onere attraverso le tariffe e la fiscalità locale? Non è che il patrimonio di Enìa verra’ usato per coprire questo nuovo debito? Chiediamo che la situazione reale venga spiegata pubblicamente e non, chiusi in un una stanza, discussa solo tra amministratori e manager. E' ancora possibile dire no alla fusione e cambiare direzione: lavorare, come abbiamo sempre chiesto, per costituire una società regionale pubblica multi servizi che non sia schiava della Borsa e di operazioni finanziarie rischiosissime. Del resto già prima della tegola dei 100milioni di euro,la situazione era gia’ allarmante: al 30 giugno 2009 l'esposizione verso il sistema bancario di Iride e di Enìa era di 2,2 miliardi di euro. Auspichiamo che con responsabilita’,il Sindaco,la Giunta Comunale faccia di tutto perche’ non siano i lavoratori i pensionati, le famiglie tutte, a pagare il prezzo di una fusione sbagliata , se vi sono state nelle bollette di questi ultimi anni quote di denaro pagato indebitamente dai cittadini dovranno regolarmente essere rimborsate . Evitare la svendita dei servizi pubblici Emiliani, è ancora possibile, lo abbiamo sempre sostenuto e questi fatti ,aime’ sempre piu frequenti, ne sono una ulteriore conferma.
ZAMBONI IVO
il CAPO GRUPPO
Del P.R.C.-P.D.C.I 02/10/2009
Egr. signor sindaco.
Chiediamo che il Sindaco illustri al Consiglio Comunale:
lo stato dell'arte della fusioneIride-Enìa e che si apra una discussione vera sul da farsi. Nei giorni scorsi si èsaputo che Iride dovrà pagare un debito gigantesco , fino ad ora non previsto –100 milioni di euro aquanto sembrerebbe per far fronte alle nuove direttive europee sulla moratoria fiscale. Non è chealla fine saranno chiamati i cittadini, anche dei Comuni emiliani che partecipano alla fusioneattraverso Enìa, a farsi carico di questo ulteriore onere attraverso le tariffe e la fiscalità locale? Non è che il patrimonio di Enìa verra’ usato per coprire questo nuovo debito? Chiediamo che la situazione reale venga spiegata pubblicamente e non, chiusi in un una stanza, discussa solo tra amministratori e manager. E' ancora possibile dire no alla fusione e cambiare direzione: lavorare, come abbiamo sempre chiesto, per costituire una società regionale pubblica multi servizi che non sia schiava della Borsa e di operazioni finanziarie rischiosissime. Del resto già prima della tegola dei 100milioni di euro,la situazione era gia’ allarmante: al 30 giugno 2009 l'esposizione verso il sistema bancario di Iride e di Enìa era di 2,2 miliardi di euro. Auspichiamo che con responsabilita’,il Sindaco,la Giunta Comunale faccia di tutto perche’ non siano i lavoratori i pensionati, le famiglie tutte, a pagare il prezzo di una fusione sbagliata , se vi sono state nelle bollette di questi ultimi anni quote di denaro pagato indebitamente dai cittadini dovranno regolarmente essere rimborsate . Evitare la svendita dei servizi pubblici Emiliani, è ancora possibile, lo abbiamo sempre sostenuto e questi fatti ,aime’ sempre piu frequenti, ne sono una ulteriore conferma.
ZAMBONI IVO
il CAPO GRUPPO
Del P.R.C.-P.D.C.I 02/10/2009
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